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      INDICE                

1) Mappa                 
2) Sede                    
 3) Il Mugello            
4) Musei                  
  5) Scarperia               
 6) Palazzo dei Vicari
       7) Il Circuito                  
          8) La "Nana" e il tortello


Mappa  torna_indice      




Sede Ferri Taglienti  torna_indice



Il Mugello  torna_indice

panorama mugello


Pochi chilometri a Nord di Firenze, si estende il territorio del Mugello, dell'Alto Mugello e della Val di Sieve.

comuni mugello

Il Mugello occupa la parte Ovest della zona con i Comuni di Vaglia, San Piero a Sieve, Barberino di Mugello, Scarperia, Borgo San Lorenzo, Vicchio e Dicomano.
Più a Nord la zona di Firenzuola, Palazzuolo sul Senio e Marradi a formare l'Alto Mugello.
Ad Est la Val di Sieve con i comuni di San Godenzo,che si estende fino a comprendere l'area del Monte Falterona, Londa, Rufina, Pelago e Pontassieve.

neve sui monti

La zona non presenta montagne eleganti, l'appennino non è imponente e le montagne sono antiche, non ci sono creste aeree e neppure pareti da scalare: questa è la zona dei boschi, la terra di mezzo.
Boschi di quercia, castagno, faggio e conifere, terra di confine come tutte le zone montuose e nello stesso tempo terra di contatto fra culture diverse. Segnata dalle "Terre Nuove" volute dai Medici a difesa dei loro possedimenti. Terre Nuove che hanno sostituito insediamenti ancora più antichi, quelli degli Etruschi e dei Liguri Magelli.

neve sui monti

Terra di mezzo costellata di piccoli tesori, tabernacoli, pievi, castelli in un ambiente ancora ben mantenuto, agricoltura di qualità, piccoli insediamenti industriali e paesi accoglienti. Una buona rete stradale poco trafficata, ideale per la bicicletta e un dedalo di sentieri per camminare e strade bianche per la bici da montagna con Firenze a due passi.

piazzano. borgo

La terra dei Ferri Taglienti è Scarperia, nel Mugello:"Terranuova trecentesca" di fondazione fiorentina, terra di artisti della lavorazione del coltello.

Il Museo diffuso interessa il territorio del Mugello, Alto Mugello, Val di Sieve; è articolato in quattro sistemi, ognuno dei quali comprende punti museali, laboratori didattici, itinerari, adatti a mettere in luce le diverse peculiarità di ogni componente dei vari sistemi: Naturalistico, Demo-etno-antropologico, Storico-artistico, Archeologico.

Musei Mugello  torna_indice

mappa_musei_mugello  
 

Il sistema Naturalistico fa riferimento a Moscheta e Casa d'Erci; il sistema Demo-etno-antropologico comprende Scarperia, Casa d'Erci, Firenzuola, Palazzuolo sul Senio e Rufina; il sistema Storico-artistico comprende Scarperia, Sant'agata, Borgo San Lorenzo e Vicchio; quello archeologico comprende Sant'Agata e Dicomano.

La suddivisione però non è così lineare e schematica, ciascuno dei luoghi si presta a diverse chiavi di lettura e ogni viaggiatore avrà modo di trovare sensazioni proprie: arrivare Scarperia in auto non è come arrivarci in bici o a piedi lungo gli itinerari storici.

In questo spazio presentiamo la descrizione del museo di Scarperia.

Scarperia  torna_indice

 

mappa_scarperia

Palazzo dei Vicari, Museo dei Ferri Taglienti e Bottega del coltellinaio

Pochi oggetti hanno accompagnato la vita e l'attività dell'uomo come il coltello; onnipresente sulla mensa dei poveri e potenti, utensile fedele nel lavoro dei campi e dei boschi, compagno di mille avventure e pericoli, pegno d'amore, simbolo di fedeltà .... Nel caso poi di intere comunità, come quella di Scarperia, dedite alla fabbricazione dei ferri taglienti, il coltello risulta elemento di identità e memoria collettiva.

Centro Ricerche e Documentazione Artigianato dei Ferri Taglienti

Il Centro si è costituito nel 1987, per volere dell’Amministrazione comunale di Scarperia, con l’intento di promuovere studi e ricerche sulla storia e le caratteristiche della produzione artigianale dei ferri taglienti a Scarperia, volti alla costituzione di un museo del coltello a Scarperia.

Ha dato vita nel corso di questi anni a numerose pubblicazioni sull’argomento e inoltre, grazie al costante contatto con la realtà produttiva (del Centro fanno parte anche rappresentanti dei coltellinai), ha svolto un’opera di promozione della produzione scarperiese di coltelli.

Ha inoltre organizzato e attualmente organizza l’annuale Mostra mercato dei ferri taglienti che ha portato a Scarperia la produzione delle principale città europee, produttrici di coltelli, in collaborazione con i locali musei. Ricordiamo la coltelleria francese, con la partecipazione del museo di Thiers (Francia), quella inglese (museo di Sheffield), quella tedesca (musei di Solingen), quella spagnola (museo di antropologia di Madrid).

Il Centro si è ricostituto nel 1999 come Associazione culturale senza fini di lucro ed è così composto:

Francesco Apergi, assessore alla cultura del Comune di Scarperia e presidente del Centro; Carla Giuseppina Romby, vice-presidente del Centro, Luciano Ardiccioni, Giovanni Contini, Luigi Consigli, Alessandro Casati, Luciano Salvatici, Vittorio Margheri, Renzo Milani.

L’associazione gestisce da un punto di vista scientifico il Museo dei ferri taglienti, inaugurato nel luglio 1999.


Il Palazzo dei Vicari  torna_indice

veduta_scarperia

L’edificio è frutto di un processo di successivo accrescimento intorno ad un nucleo originario costituito dalla torre.  Nel corso del ‘300 alla torre doveva essere stato accorpato un nucleo per la residenza del Capitano; nel 1366 si procedeva a fare numerosi lavori al castello, fra cui interventi “alla camera del cassero”, “restauro” del “saettamento” e “sulla torre della guardia del castagno si faccino quattro merli che son disfatti e caduti”. Dopo la erezione della “terra” a sede vicariale (1415) si resero necessari, presumibilmente, ampliamenti e modifiche nel Palazzo che divenne sede permanente del Vicario; in particolare può risalire al XV secolo la sistemazione dell’atrio voltato e degli ambienti del primo piano con la Cappella, camera e sala, che ebbero un nuovo blocco scale, corrispondente all’attuale.

palazzo-vicari

Il XVI secolo è stato un momento chiave nella configurazione del Palazzo; a seguito del terremoto del 1542 si ebbero, infatti, ingenti danni alla costruzione, cui seguirono interventi di ripristino che dettero al palazzo una sistemazione definitiva, prossima all’attuale (almeno per ciò che riguarda la residenza del Vicario e le sale di rappresentanza).


I lavori di ripristino e ampliamento dell’edificio durarono circa un ventennio. Nel 1562 il corpo dell’edificio era costituito da un blocco di sale di rappresentanza con la Cappella, annesso alla torre, e che occupava tutta l’area impegnata al piano terreno dall’atrio, ed un corpo che si sviluppava in profondità verso la parte tergale delle mura, in cui trovavano posto ambienti destinati ad attività domestiche come il forno, cucina, dispensa, aia.
La ricostruzione aveva anche portato alla definitiva sistemazione delle prigioni, alloggiate negli ambienti voltati al piano terreno (oggi loggia).

palazzo_interno

Sul finire del XVI secolo la torre doveva essere stata completata e coronata di merli, come si vede nella pittura di Giorgio Vasari in Palazzo Vecchio.
Modifiche e riparazioni interessarono ancora il Palazzo nel corso del ‘600, a seguito di un nuovo evento sismico verificatosi il giorno 8 settembre 1611.
I lavori di riparazione giunsero a termine nell’agosto del 1612, ed alla fine degli interventi il palazzo aveva in parte mutato la sua fisionomia. Barbacani per rinforzare le murature, tetto spiovente sulla facciata, intonacatura della facciata, sistemazione e arricciatura della grande parete laterale verso porta S. Agata, sono i lavori più evidenti all’esterno; mentre i rifacimenti interni non sembrano mutare sostanzialmente la disposizione dei vani e la loro consistenza.
Con poche altre modifiche il Palazzo assunse le caratteristiche morfologiche che rimasero invariate fino alla metà del XIX secolo, quando l’edificio fu nuovamente interessato da interventi di restauro e rimaneggiamenti.interno_palazzouna_sala_palazzo
Negli ultimi decenni dell’800, il Palazzo fu sottoposto ad importanti opere di restauro e completamento, destinate a configurare il complesso secondo il gusto neo-medievale dell’epoca; furono così aggiunti i beccatelli e i merli del coronamento di facciata, dell’ala nord del cortile e degli appartamenti monumentali, completati da numerosi arredi in stile.
I danni verificatisi a seguito del terremoto del 1960, unitamente alla precarietà del terreno di fondazione, sono stati oggetto di un impegnativo intervento di consolidamento e restauro (a partire dal 1980) conclusosi nel 1999 con il recupero degli ambienti monumentali e la ricostruzione dell’ala nord, in cui è ospitato il
Museo dei Ferri Taglienti.


IL CIRCUITO DEL MUGELLO   torna_indice


Ieri

Originariamente il circuito del Mugello nacque sotto la forma di circuito stradale.
Inaugurato nel 1914 lungo il percorso stradale, la corsa era concepita come "gara di regolarita'", interrotta all'irrompere del primo conflitto mondiale. L'impegnativa e selettiva competizione conobbe i suoi anni migliori nell'immediato dopo guerra, quando i piloti piu capaci e tenaci si confrontavano assieme alle loro auto su un percorso, gia' modificato di 66 km. Difficile tracciato, che andava da Scarperia fino a Firenzuola per salire fino al passo della Futa e ridiscendere per San Piero e tornare a Scarperia. Ecco alcuni dei nomi legati alla storica competizione: Campari, Brilli Peri, Enzo Ferrari (che vinse ne 1921 su Alfa Romeo classe 4.500), Ascari, Borzacchini e infine probabilmente il piu' celebre,
Emilio Materassi, idolo autoctono.
Il prestigio della "Mille Miglia" adombro' il Mugello, dal 1955 ridotto a 19 a km. Il Circuito non era popolare. Nel 1960 la sparizione della "Mille Miglia", la crescente simpatia per le competizione stradali e alcuni manager altrettanto sensibili, come Pasquale Borracci e Amos Pampaloni, si proposero di riportare in auge la formula "tradizionale" del circuito stradale da 66 km. La novita' rappresento' un discreto successo, sebbene lamentasse alcune illustri assenze, la rossa di Maranello, che formalmente prese parte solo all'edizione del 1967. Era destino che le storie di Ferrari e Mugello si re-intrecciassero ma avremmo dovuto attendere un altro ventennio.

Le 7 occasioni susseguitesi nel corso degli anni 60 videro centinaia di migliaia di spettatori assieparsi nelle vallate mugellane. L'attrattiva principale erano ovviamente le prestazioni offerte da fuoriserie e non, ma soprattutto su quest'ultime si accendevano gli entusiasmi maggiori, lo spettacolo delle utilitarie, o almeno modelli di uso quotidiano approntate da Abarth per spremere fino all'ultimo centimentro una traiettoria, un cambio di direzione, un imprevisto (con buona pace dei sopravissuti). Gli eroi: Enrico Pinto, Nanni Galli, Ignazio Giunti, Mauro Nesti e Arturo Merzario di vocazione stradaiola ma con davanti prospettive floride che lo vedranno protagonista di F1.

I favori del pubblico sono tutti per le guide piu' mozzafiato. Il "dragone" Sandro Munari, nella tappa appenninica dava il meglio di se a bordo della sua Lancia Fulvia. Nel 1968 si corre l'edizione piu' avvincente, il merito e' dell'incredibile rimonta Alfa Romeo (Luciano Bianchi, Nanni Galli e Nino Vaccarella) su Porsche (Rico Steinemann, Jo Siffert).

Come nella favola del brutto anatroccolo che diventa cigno, Il circuito stradale del Mugello (1920) diventa un circuito dedicato, avanguardia per il mix vincente di sicurezza, tecnologia e comodita' il tutto a misura sia di competizione automobolistiche che motociclistiche.

Oggi

Disegnato e realizzato secondo i dettami delle scienze delle corse stradali, il circuito internazionale del Mugello, garantisce il livello massimo di sicurezza per spettatori e corridori, grazie alle ampie vie di fuga negli angoli piu' stretti e la strada di servizio per le emergenze lungo tutto il tracciato. La posizione del tracciato sul terreno gli conferisce un dislivello complessivo di 42 metri, rendendolo un posto ideale per i test piu' rigidi.
Disegnato negli anni 70 e rivistato e migliorato dalla Ferrari, "Il Mugello" e' senza dubbio uno dei circuiti piu spettacolari, sicuri e attrezzato al mondo. Operativo tutto l'anno, ospita regolarmente il reparto corsa della Ferrari per testare le sue monoposto, le scuderie piu' importanti della motogp e della superbike e altri produttori nazionali e non di auto da corsa ultimano qui la loro fase di test.
Mugello in cifre: Ospite del campionato formula 5000 (che battezzo' il circuito stesso il 23 giugno del 1974), la Formula 3.000, la Formula 2, Fia-Gt e l'unico circuito in Italia ad ospitare l'ITC.




La “nana” (l’anatra muta) e il Tortello  torna_indice

Ottima per il sugo da usare con i tortelli mugellani (quelli di patata). 
Non poteva mancare il più classico dei piatti della tradizione mugellana il Tortello di patate.
I Ferri Taglienti a tavola non sono secondi a nessuno.
Questo piatto, d'origine mugellana, è un vero capolavoro di cucina, realizzato con alimenti poveri in origine ma “regali” nel risultato. Per il ripieno del tortello consigliamo di utilizzare le saporite patate bianche coltivate soprattutto nell’Alto Mugello a Firenzuola. Di seguito trovate anche la ricetta.
La ricetta è stata fornita dalle donne che preparano i tortelli per la famosissima Sagra di Luco Mugello.

Ricetta del tortello di patate

Lessare 2 kg di patate a pasta bianca, dopo averle passate aggiungere un soffritto preparato con un ciuffo di prezzemolo e 4/5 spicchi di aglio tritati, 1 bicchiere di pomodoro passato, 2 manciate di parmigiano reggiano grattugiato, un pizzico di noce moscata, sale, pepe e olio extra vergine q.b.. Si proceda a questo punto alla spianatura della pasta, preparata con 1 Kg di farina bianca, 6 uova, 4/5 cucchiai di olio extra vergine e sale, prendendone delle piccole porzioni per ottenere una striscia molto fine di spessore. Al centro della striscia si dispongono, a distanza di 4/5 cm dei piccoli mucchietti di ripieno ben freddo. Unire le due estremità ottenendo un serpentone di pasta, premere con le dita sui bordi della pasta, stando attenti che non rimanga aria fra ogni tortello, successivamente ritagliare con il taglia pasta a rotellina. Condire con sugo di carne o di funghi, oppure è molto indicato il sugo di coniglio e il sugo sull’anatra.

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